OVUNQUE,-MA-NON-QUI

Forse sarebbe politicamente corretto indignarsi senza se e senza ma per il Cenone di Capodanno all’interno del Teatro Massimo di Palermo. E tuttavia non è così insolito che si adoperi una tantum un teatro per un avvenimento del genere. Lo si fa abitualmente anche altrove. Non alla Scala, per dire. Ma a Vienna sì.
Le riserve subentrano nello specifico. Ossia: l’iniziativa è inopportuna proprio perché siamo a Palermo. Altrove esiste un amore per gli spazi comuni che qui è sconosciuto. Un rispetto, una devozione nei confronti del bene pubblico che i siciliani non riescono nemmeno a concepire. A Palermo i velluti del Massimo verrebbero subito macchiati di lenticchie e cotechino. Verrebbero macchiati apposta, allo scopo di sconsacrare il teatro. Né pare rassicurante il fatto che sarebbe un evento d’elite: l’elite di Palermo è precisamente il peggio che la città riesce a esprimere.
Per cui, in sintesi: si faccia pure il cenone di capodanno al Massimo. Purché però si faccia altrove.
(Illustrazione di Loredana Salzano)



Roberto Alajmo | 20/12/2009 | Letto [1869] volte

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