Né-carne-né-pesce

Quando una persona entra in contatto con una cultura straniera, il proprio bagaglio culturale appreso nel proprio paese d’origine se lo porta naturalmente appresso. All’inizio c’è il senso di eccitazione per la scoperta del nuovo, poi inevitabilmente arriva la crisi e il periodo della nostalgia per le abitudini della propria cultura, per le persone care lasciate nel paese d'origine, può provocare frustrazione e in alcuni casi, addirittura ansia: il fenomeno appunto del “pesce fuori dall’acqua”.

L’integrazione è un processo lento e molto faticoso. C’è chi riesce a superare l'inevitabile crisi, assorbendo la nuova cultura, senza però rinnegare quella di origine. Riesce a trovare un equilibrio, sentendosi 'a casa' in tutti e due i paesi. C’è, invece, chi non ce la farà mai ad integrarsi e prima o poi tornerà. Sono ambedue soluzioni che funzionano. Ma c'è anche chi, dopo aver vissuto un lungo periodo all’estero, si sente ormai “né carne, né pesce”: non si trova più a proprio agio nel suo paese d’origine e continua a sentirsi un ospite nel 'nuovo' paese, in cui abita e lavora. Ho conosciuto diversi italiani emigrati in Svizzera, con la voglia matta di ritornare. Sono rimasti a lungo via dall'Italia. Una volta tornati definitivamente nella loro regione italiana, si sono sentiti infelici, proprio come lo erano stati in Svizzera.

Tamara

Una nota: il post di Tamara mi ha ricordato tante cose.
Innanzitutto il bellissimo film con Nino Manfredi, di cui ho allegato uno spezzone; e poi le facce tristi e le macchine con il volante in pelliccia degli emigranti - così li chiamavamo una volta - che tornavano dal Belgio a Caltanissetta in estate: se ne andavano su, al Redentore, nel punto più alto della città, a cercare fresco e a contarsi. A noi sembravano creature sbarcate da Marte, 'zaurdi', fuori dal tempo.

Mi ha ricordato la scrittrice su cui ho scritto la mia tesi, irlandese in Inghilterra e inglese in Irlanda.

Mi ha ricordato lo spiazzamento provato tante volte, quel vago senso di fastidio quando qualcuno, sentendomi parlare, ovunque io sia, mi chiede: "Ma tu non sei..." Cambia solo l'ultima parola, può essere nissena, palermitana, perugina. Ma io non sono mai di nessun luogo. O sono di tutti.
Scusate l'intromissione
Daniela



Daniela Vaccaro | 26/11/2009 | Letto [1802] volte

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