"Chi è gay può dire frocio, ma chi non è frocio deve dire gay"
(Anonimo politicamente corretto)
Ci scrive la lettrice M.: Ormai odio il mio compagno. Non lo sopporto più
.
Purtroppo non è possibile trascrivere per intero la lettera della nostra lettrice, non tanto per ragioni di spazio (tutto sommato è abbastanza sintetica) ma per ragioni di decenza. Nella lettera infatti viene elencata una spaventosa serie di difetti, vizi e perversioni del congiunto. Fra le righe si capisce pure che, per trovare uno sfogo, tutti gli amici, i parenti e persino i conoscenti della lettrice M. sono stati resi partecipi di questi disgustosi dettagli privati.
La conclusione è Ormai resto con lui soltanto per mio figlio.
Cara M., il nostro consiglio è questo: tu puoi benissimo decidere di restare con lui, per vostro figlio o per qualsiasi altro motivo. Quel che non devi assolutamente fare è parlar male di tuo marito davanti a terzi. Specialmente con lassiduità con cui sembra che tu lo faccia.
Non per lui, ma per te stessa: se vuoi vivere in perpetuo sulla scena di una finzione teatrale devi convincere gli spettatori che ciò che vedono è vero. Devi crederci, e quindi sforzarti di farlo credere anche al tuo pubblico di ogni giorno.
Loro sanno che tu sai che loro sanno che tu sai: non può durare senza che qualcuno fra il pubblico scoppi a ridere nel momento sbagliato.