"Il sasso che uno stolto getta in mare, dieci saggi non sono in grado di ripescare"
(Proverbio ebraico)
Tre finalisti su quattro, al premio Strega di questanno, sono esordienti assoluti. Ed è probabile che a una di loro tocchi vincere, come già è successo due anni fa con Paolo Giordano.
A prescindere dalle individuali valutazioni di merito: è laria che tira. Gli editori preferiscono puntare sul fenomeno estemporaneo, prendere i soldi e scappare. Sterminando, di fatto, il ceto medio degli autori che, fidandosi della tradizione consolidata, immaginavano di dover scrivere un libro per volta, costruendo faticosamente la propria carriera romanzo dopo romanzo. Senza contare il fatto che della maggior parte degli esordienti di successo emersi negli ultimi dieci anni ancora si aspetta il secondo libro: e sarà interessante leggerlo.
A costo di apparire conservatore, io tengo a dichiarare che per principio voterò uno dei due non esordienti in cinquina.
Lo farò sulla scorta di una risposta epistolare che Luigi Pirandello diede a Bontempelli. Questultimo gli chiedeva appunto il voto a un premio letterario. Il voto per un autore allesordio. La risposta di Pirandello: Dare il premio a un esordiente equivarrebbe a premiare un neonato solo perché alla nascita pesa quattro chili.