MILES-GLORIOSUS

Dopo aver letto tutto quel che c’era da leggere sull’attentato a Belpietro, una testa da romanzo si fa un’idea terza, rispetto alle opinioni correnti (episodio terroristico o montatura istituzionale).
Ricapitolando: c’è un individuo sul pianerottolo. Il caposcorta, che eccezionalmente sale dalle scale, lo vede. L’intruso prova a sparare, ma gli si inceppa la pistola. Il caposcorta spara tre colpi, lo insegue, ma l’attentatore riesce a scappare: e non si capisce da dove visto che nessuno, nemmeno le telecamere di sorveglianza, riescono a vederlo.
Nota bene: il caposcorta fu protagonista di un fatto del tutto simile qualche anno fa, e l’obiettivo era un magistrato milanese, Gerardo D’ambrosio.
Ora: io non ho le prove, e dubito che se qualcosa saltasse fuori l’opinione pubblica ne sarebbe informata. Ma una cosa forse un romanziere può permettersi di dirla anche alla cieca: le soluzioni semplici sono sempre le migliori. Io, per esempio, prima di immaginare complotti ho l’abitudine di pensare a responsabilità individuali, individuali debolezze e individuali fantasie.



Roberto Alajmo | 03/10/2010 | Letto [2472] volte

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