IL-PARADOSSO-DI-SACCONI

“Sette inchieste in venti giorni attorno al premier costituiscono di per sé una dimensione che non può non far pensare a un accanimento organizzato”.
Nel pieno dell’uragano Ruby, il ministro Serio Sacconi si conferma l’unico capace di mantenere la calma e far funzionare il cervello. Il suo ragionamento è esemplare, lucido come serve in un contesto in cui tutti sembrano aver perso il lume della logica.
La tesi di Serio Sacconi è di quelle destinate a fare giurisprudenza. Siccome sette magistrati diversi indagano su di Lui, per ciò stesso: si tratta di un complotto. Non fa una grinza. Fin quando erano due o tre, lo stesso ministro avrebbe potuto pensare che il suo capufficio fosse un delinquente. Ma sette, no. Sette, è chiaro, sono una setta segreta. Una carboneria.
In futuro, funzionerà così per tutti i cittadini. La recidiva sarà considerata un attenuante, anzi, una prova a discarico.
Per esempio: nel caso di un omicidio, la giustizia farà il suo corso. Ma se si tratta di un serial killer, no. Se qualcuno viene accusato di avere ammazzato sette persone, scatta la legittima suspicione e, dunque, l’assoluzione incorporata.

(Immagine di Gigliola Siragusa)



Roberto Alajmo | 01/11/2010 | Letto [3310] volte

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