"Una vittoria non è così piacevole quantè dolorosa una sconfitta"
(Andre Agassi)
Un Paese che ha democraticamente scelto, non una ma ben TRE volte, un Presidente del Consiglio che interviene ad una trasmissione televisiva con toni da padroncino arrogante, che si permette di offendere il conduttore e le signore in sala, che "ordina" ad una sua sostenitrice di andare via, come si fa con il cane quando lo si chiama per la consueta passeggiata necessaria a fargli fare pipì, e che, in totale contrasto con le regole democratiche che vedono due o più pareri battagliare dialetticamente alle stesse condizioni, mette giù il telefono togliendo qualunque diritto di replica e lasciando solo un profondo senso di nausea, forse non è il Paese in cui voglio vivere. Non è una resa. E' un momento di sconforto. Perchè il signorindagatopersfruttamentodellaprostituzionesfruttamentodellaprostituzioneminorileEconcussione, rappresenta l'uomo che potrei incontrare domani, un futuro datore di lavoro che vuole far valere il suo essere un "superiore", una futura collega che svende l'anima per avere un aumento o una promozione, una futura socia che non esita ad aggredire verbalmente e volgarmente chiunque la contraddica.
Questo non vuol dire che desidererei vivere in una società composta da gente che la pensa come me (ci mancherrebbe!), ma credo di meritare un Paese migliore e più educato, un Paese in cui lo scambio di opinioni e la possibilità di muovere una critica non siano il presupposto costante e necessario per una rissa verbale e fisica.
Insomma, un Paese diverso da quest'Italia attuale ridotta a brandelli.
Eliana