MORTO-CHE-PARLA

È successo un sacco di volte, nell’ex Unione Sovietica. Il segretario del Pcus si ammalava e appariva in pubblico sempre più di rado.
Poi, quando ormai non appariva più da un paio di mesi, tutti sapevano e nessuno diceva che era schiattato. Nel frattempo i dignitari si scannavano nella lotta per la successione. L’annunzio della morte veniva dato quando i giochi erano fatti, e contestualmente si poteva annunciare il nuovo beneamato leader.
Qualcosa del genere sta succedendo anche in Italia. Berlusconi è politicamente morto, tenuto in vita vegetativa solo dall’abbrivio del potere e dalle enormi somme di denaro che riesce a mobilitare. I suoi ciambellani sanno benissimo che ormai è politicamente morto, ma non capiscono chi possa prenderne il posto garantendo la sopravvivenza del sistema.
L’unica differenza coi leader dell’Urss è che lui, benché ormai imbalsamato, non ha smesso di farsi vedere in giro.
Anzi.



Roberto Alajmo | 11/02/2011 | Letto [2779] volte

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