"Mio Signore, fammi dono della castità e della continenza. Ma non subito"
(Sant'Agostino)
Ma non era moscissimo, Benigni a Sanremo? Non era inutilmente enfatico (Stupendo! Tremendo!)? Non era puro free climbing sugli specchi? Quaranta minuti con il piede sullacceleratore, senza mai innestare la marcia. Tanto che poi, quando ha smesso di accelerare, persino linno nazionale cantato a cappella è sembrato un sollievo liberatorio.
Confidando nel fatto che qui non ci sente nessuno, diciamolo sottovoce: esiste una categoria protetta, di mostri sacri di sinistra che, pur non avendo più niente da dire, continuano a dirlo godendo di ottima stampa, sempre ben recensiti, perennemente sotto tutela.
Santoro. Scalfari. Citati. In altro ambito Paolo Conte, De Gregori. Benigni, appunto.
A quanto pare bisogna farseli piacere. Rappresentano una barricata irrinunciabile in tempi di carestia delle intelligenze.
Che sia messo agli atti, però: meriteremmo di meglio.