NON-SIAMO-STATO-NOI

Viaggiare all’estero è da almeno una quindicina d’anni una specie di calvario, per gli italiani.
E tuttavia l’atteggiamento degli amici stranieri non è rimasto lo stesso nel tempo.
Banalmente si pensa che l’irrisione sia l’atteggiamento prevalente, tanto più man mano che dal nostro paese arrivano dettagli sempre più grotteschi a proposito di Silvio Berlusconi e il suo Flying Circus di soli pagliacci.
Non è così. Gli sfottò sono durati fino a un certo punto. Già da qualche anno era subentrato uno spirito diverso, riassumibile con la domanda: come avete potuto ridurvi così?
Ma anche questo atteggiamento ormai è tramontato. Un italiano all’estero va prevenuto, pronto a rispondere con il proprio alibi personale alle domande su Berlusconi. La cosa sorprendente è che ormai le domande non arrivano più. Nessuno straniero si azzarda più a farne.
Probabilmente è subentrato un nuovo sentimento che somiglia a quello che viene riservato agli amici che hanno contratto una malattia incurabile, della quale è superfluo, indelicato, imbarazzante parlare.
Ci compatiscono.
E in un certo senso è persino un progresso.



Roberto Alajmo | 24/04/2011 | Letto [2126] volte

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