"Testa che non parla è cucuzza"
(proverbio siciliano)
Che Palermo possa rappresentare la riproduzione naturale di una città distrutta da un terremoto, pur in assenza di terremoti, e fino al punto da attrarre una apposita produzione cinematrografica è già di per sé un pane duro da masticare.
Ma nellarticolo pubblicato qualche giorno fa su Repubblica da Aurelio Grimaldi non si riscontra solo questo e lennesimo esempio di sciatteria amministrativa.
Il fatto che la responsabile dei Cantieri Culturali della Zisa abbia negato la location a Lizzani e Gregoretti si configura come una partecipazione non più solo passiva al degrado della città. Lincapacità è incapacità. Qui ci troviamo di fronte a una determinazione al peggio che non è indifferenza, ma volontà attiva di annichilimento.
Una vertigine, in un certo senso. Unaccelerazione del disastro. Il desiderio, forse, di farla finita una volta per tutte con Palermo e le sue assurde pretese culturali.
Una morte rapida. In fondo dobbiamo sperare che dietro ci sia questa forma, a suo modo misericordiosa, di cupio dissolvi.