"Se uno ha un martello, ogni cosa gli sembra un chiodo"
(Abrham Maslow)
Gettare in mare il corpo di Bin Laden è stato un errore mediatico madornale. Barack Obama dovrebbe prendere a calci chi ha deciso di farlo, a prescindere dalle motivazioni.
La reazione dei complottisti di tutto il mondo non poteva essere diversa da quella che è stata, vale a dire scetticismo a oltranza. Basta farsi un giro sulla Rete per farsi unidea delle leggende che già circolano.
La notizia delluccisione non può essere falsa: basterebbe un comunicato del redivivo capo di Al Quaeda per sputtanare lefficientismo bellico statunitense vita natural durante. Un rischio che sarebbe assurdo correre con tanta faciloneria.
Ma è anche vero che la beatificazione di Bin Laden, cominciata già in vita per i suoi fans, rischia di perpetuarsi per decenni, alimentata dal complottismo internazionale.
Quando uccisero Che Guevara ebbero laccortezza di mostrarne il corpo, e la mitizzazione del personaggio avvenne malgrado lassenza di leggende sulla sua sopravvivenza.
Ma prospera un piccolo gruppo di fantasmi che già comprendeva Elvis Presley, Jim Morrison, Moana Pozzi, Michael Jackson e qualcun altro: tutti finti trapassati nelle circostanze più rocambolesche.
Da oggi Bin Laden entra di diritto a far parte del club, con tassa discrizione pagata direttamente dai suoi peggiori nemici.