"La felicità non si trova, la si incontra. Viaggia sempre in direzione opposta."
(Isabelle Eberhardt)
Per la serie Nella Vita Bisogna Provare Tutto, va ora in onda: la corrida, lunica cosa più sgradevole delle lamentazioni animaliste contro la corrida.
Per due motivi: fatto salvo il valore metaforico e culturale della tauromachia, il toro non ha nessuna vera speranza di farla franca.
Se almeno fosse un rituale unico, con spessore simbolico moltiplicato dallunicità, allora si potrebbe pure capire. Ma le corride sono tante, in tante città, e in ogni corrida si fa fuori un mazzo di tori, e sempre nella stessa maniera. Con buona pace del collega Hemingway, le disquisizioni sulla tecnica di ciascun matador non giustificano unuccisione di massa con modalità tanto crudeli.
Se poi alla tradizione gli spagnoli proprio ci tenessero, potrebbero riformare il codice della corrida abolendo la piccola folla di picadores e toreri a latere, che hanno il compito di sfinire la bestia e fare da scudo al matador. Un solo uomo contro un solo toro. Basta: vinca il migliore.
Se la corrida fosse veramente un esorcismo della morte, il rito sarebbe tanto più potente così: ogni uomo è solo, di fronte al proprio destino.