"L'idea di invecchiare non è poi tanto male, se si considera l'alternativa"
(Maurice Chevalier)
La tendenza ad affidarsi alluomo forte non è solo di oggi, o del ventennio fascista. È unattitudine nella quale anche gli italiani più culturalmente avvertiti periodicamente cascano.
A latere dellabbaglio berlusconiano, negli ultimi anni tutti sembrano ipnotizzati da Sergio Marchionne, il cui decisionismo a girocollo affascina pure gente insospettabile come lex sindaco Chiamparino e vasti strati dei Democratici di Sinistra.
Ora: Marchionne è alla guida della Fiat da qualche annetto, ormai. E non risulta che, al di là di fusioni, ristrutturazioni e drastici pronunciamenti, abbia fatto nulla di quel che un dirigente automobilistico dovrebbe fare: macchine di successo. La Fabbrica Italiana Automobili Torinesi non propone niente di interessante da almeno un trentennio a questa parte.
Né la gestione efficientista di Marchionne ha segnato uninversione di tendenza.
Il massimo sforzo è stata unutilitaria degli anni Cinquanta ripassata in padella, con lunica sostanziale differenza di un prezzo spropositato.
Sarebbe carino se qualcuno, sindacato o singolo giornalista di settore, ogni tanto sinfilasse fra unincazzatura di Marchionne e laltra per chiedergli: e lei, dottore, non ha niente da rimproverarsi?