"Scrivere è sempre nascondere qualche cosa in modo che poi venga scoperto"
(Italo Calvino)
A ogni anniversario della strage di via DAmelio ciò che risulta davvero depressivo non è il numero calante di persone che intervengono alla manifestazione. E nemmeno la qualità scadente della retorica che accompagna spesso questo genere di commemorazioni.
Il latte viene alle ginocchia quando immancabilmente spuntano quelli di Azione Giovani, asserragliati dietro uno striscione su cui è scritto uno slogan tipo Giudice Paolo: presente! oppure Meglio un giorno da Borsellino che cento da Ciancimino.
Quelli che un tempo, grossolanamente, si sarebbero definiti fascisti, rivendicano con orgoglio lappartenenza del Giudice Paolo al loro schieramento. E solo di quello si preoccupano: alle commemorazioni delle altre vittime della mafia non si fanno vedere.
Bisognerebbe avere la pazienza di fare ascoltare agli Azionisti Giovanili lultima intervista di Paolo Borsellino, in cui i nomi di Berlusconi, DellUtri e Fininvest vengono denunciati in chiaro e in tondo.
E chiedere se pensano che il loro Giudice Paolo avrebbe apprezzato i loro alleati di governo da ventanni a questa parte.