RISCHIO-CALCOLATO

Ogni tanto, all’estero, qualcuno viene a chiederti se non hai paura che la mafia possa ucciderti per le cose che scrivi.
Pare deluso quando spieghi che una cosa è scrivere di mafia, un’altra è scrivere di antimafia. Chi se ne frega dell’antimafia?
E poi un giornalista non viene mai ucciso per quello che ha scritto. Può essere ucciso per due motivi: per quello che potrebbe scrivere o per come lo ha scritto.
De Mauro probabilmente è morto per qualcosa che avrebbe potuto scrivere. Fava probabilmente per come scriveva le cose.
Il codice mafioso prevede che si muoia per questioni di forma o per questioni di sostanza. La forma, però, certe volte, è sostanza.
Libero Grassi venne ucciso non tanto per il suo rifiuto di pagare il pizzo – sarebbe bastato incendiargli la fabbrica, altrimenti. Venne ucciso per la pubblicità che aveva dato alla sua rivolta antiracket. Per capovolgere l’esempio che aveva dato, da positivo a negativo.
Saviano, il caso che all'estero hanno in mente, oggi rischia non per le cose che potrebbe rivelare in futuro, e nemmeno per quelle che ha già scritto. Rischia per come le ha scritte. Per la risonanza che è riuscito a ottenere.
Almeno fin quando non entri nella classifica dei più venduti, puoi continuare a vivere tranquillo.



Roberto Alajmo | 30/10/2011 | Letto [4256] volte

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