FORCONI-MIEI,-INDIPENDENTISTI-IMMAGINARI

(Da Repubblica)
Come spesso è successo anche in passato, il contagio siciliano è arrivato in continente. Possono essere contenti i rivoltosi dell’Isola: hanno ottenuto quel che desideravano, ossia l’attenzione del governo nazionale, grazie all’interessata mediazione di quello regionale. I siciliani, intanto, fanno i conti e scoprono che i Nuovi Vespri sono costati cinquecento milioni di danni. In sostanza, per chiedere di sbloccare l’economia della regione si è completamente bloccata l’economia della regione. Se poi cinquecento milioni sembrasse una cifra astratta, il cittadino può valutare in questi giorni se il prezzo della benzina, cavallo di battaglia della protesta, sia diminuito. No: anzi, in qualche distributore la verde ha toccato i due euro per poi stabilizzarsi grossomodo sugli stessi prezzi ante-serrata.
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Se poi vogliamo fare un ripasso di storia, si può tornare con la memoria alle manovre indipendentiste del dopoguerra, quelle che ruotavano attorno alla figura di Salvatore Giuliano. Tutto venne risolto con la liquidazione fisica del bandito e con quella politica del principale partito d’opposizione, condannato a restare tale per oltre quarantacinque anni anni. A fare da garante fu allora la DC, e gli italiani si accomodarono fino al ‘93, quando si registrò il collasso del sistema di potere democratico cristiano, susseguente alle stragi e a tangentopoli. Nel vuoto di potere si cominciò a parlare di Sicilia Libera, un movimento di ispirazione indipendentista fondato da Tullio Cannella su diretta investitura di Leoluca Bagarella, nella speranza di raccogliere al sud un consenso equivalente a quello raccolto al nord dalla Lega di Umberto Bossi. Illuminante oggi è l’elenco delle rivendicazioni di Sicilia Libera: praticamente uguale a quello avanzato adesso da Forconi e Forza D’Urto. Di sicuro altrettanto generico e condivisibile, in astratto. Anche il momento di trapasso politico risulta molto simile.
Allora arrivò Berlusconi con Forza Italia a ripristinare l’ordine che era stato messo a repentaglio. Adesso c’è la fila dei candidati per spegnere il fuoco dopo averlo alimentato, se non addirittura acceso. Aspettiamo che la protesta monti ancora un po’. Arriverà presto il momento in cui italiani e siciliani, in cima al blocco o in fondo all’incolonnamento, invocheranno all’unanimità l’intervento di un Altro Uomo Forte. Ecco: allora la Storia sarà pronta a ricominciare daccapo.



Roberto Alajmo | 25/01/2012 | Letto [2688] volte

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