"Il sasso che uno stolto getta in mare, dieci saggi non sono in grado di ripescare"
(Proverbio ebraico)
Per il consiglio comunale, la scelta è ancora più tormentata, considerato che mi pare di essere lunico elettore semplice perduto nelloceano dei candidati. Ce ne sono almeno una ventina che meriterebbero di essere votati per come hanno già lavorato (Nadia Spallitta, Letizia Battaglia, Antonella Monastra, Alberto Mangano, Giusto Catania) o per come potrebbero lavorare (Titti De Simone, Luca Nivarra, Aurelio Scavone, Luigi Sanlorenzo).
Come vedete non faccio distinzioni fra liste che appoggiano Orlando e liste che appoggiano Ferrandelli: ai miei occhi il livore sprigionato dai due esponenti del Centrosinistra resta incomprensibile: o fin troppo comprensibile, e depressivo.
Tanto che il candidato che voterò si presenta per Ferrandelli. Si chiama Antonello Giudice, e lo conosco da quando eravamo piccoli. Proprio per questo lo voto: perché lo conosco e so che non rischio di ritrovarmelo fra due mesi a gabbana rivoltata.
Lo voto perché quando giocavamo a pallone, nelle partite fra le squadre di via Stesicoro e via Calpurnio lui marcava me, ed era camurrusissimo ma leale: qualità che si adattano perfettamente a un consigliere comunale come lo vorrei io.
Qualcuno potrà pensare che sono un anziano bambino che si fa guidare dal sentimentalismo.
E ha perfettamente ragione.