A-OCCHIO-E-CROCE,-LA-SECONDA-CHE-HO-DETTO

Luigi Lusi - il cassiere della della Margherita buonanima - ha qualcosa di più e qualcosa di meno, rispetto al resto dei ladri al potere che abbiamo imparato a conoscere.
O forse a mostrare un atteggiamento diverso è il brodo di coltura nel quale galleggia. Non perché lo scandalo sia di Centrosinistra: ne abbiamo visti tanti, anche su questa sponda.
Però è un fatto: Lusi si ritrova contro l’intero sistema politico in cui finora era cresciuto e pasciuto. Probabilmente, quando si arriverà al voto, i suoi colleghi lo consegneranno senza esitazioni alla giustizia, contrariamente a quanto era successo in molti altri casi, con accuse ancora più gravi.
E allora?
Prima ipotesi: anche i partiti politici hanno voltato pagina e sono determinati a fare pulizia al loro interno.
Seconda ipotesi: Lusi non rubava soldi pubblici. O meglio: rubava soldi pubblici che erano ormai transitati nella cassa del partito. Rubava il bottino della banda.
Ecco cosa ha suscitato l’esecrazione generale: ha infranto una regola morale che difatti anche nella criminalità organizzata viene punita col massimo della pena.
Imperdonabile.



Roberto Alajmo | 29/05/2012 | Letto [2321] volte

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