"Mio Signore, fammi dono della castità e della continenza. Ma non subito"
(Sant'Agostino)
Il brutto di andare a Cuba è che il viaggio comincia molto prima, quando gli amici vengono a saperlo e cominciano ad ammiccare. Strizzano locchio, danno piccole gomitate per dire: eh, bravo, te ne vai a Cuba.
Tu allora fai finta di non capire sperando che la cosa cada lì. Ma loro ci tengono che tu capisca e te lo spiegano anche: eh, le cubane. Che sei io fossi una cubana sarei di molto seccata, perché a quanto pare nellopinione pubblica cubana è diventato sinonimo di senzaltro disponibile.
Di conseguenza chi va a Cuba risulta essere un puttaniere, e lisola tutta un bordello dove andare a scaricare i propri bassi istinti amorosi.
Questo, badate bene, lo pensano tutti, ma proprio tutti, e in ogni caso. Tu puoi spiegare che vai per lavoro, che ste cose non ti interessano. Ma se anche dicessi che stai andando per aprire un ospedale di Emergency, i tuoi amici penseranno sempre che lospedale è una scusa, e che con la copertura di Emergency qualche diversivo lo spunterai lo stesso, magari nei ritagli di tempo fra unamputazione e laltra.
Dopo questo trattamento psicologico preventivo, durante il quale sei chiamato a giustificarti di una colpa che non puoi materialmente ancora aver commesso, comincia il viaggio vero e proprio. E a questo punto hai già messo su un bel mucchio di pregiudizi.
Già sullaereo ti verrebbe voglia di fare come Ulisse e farti legare per resistere alle sirene restando esposto alla tentazione, giusto per sapere in che cosa consiste questa famosa tentazione. A questo forse serve la cintura di sicurezza: a non saltare addosso alle hostess, cubane o meno che siano.
Poi arrivi e ti accorgi di guardare le ragazze in modo strano, pensando che in realtà siano loro a guardarti in modo strano. Le guardi e pensi: che cosa sta passando per la testa della poliziotta che mi controlla il passaporto? E laddetta alle pulizie dellaeroporto, sta forse aspettando il momento buono per cercare di stuprarmi?
Ma siccome la poliziotta si limita a controllare e laddetta alle pulizie si limita a pulire, ti metti più tranquillo e magari ti rilassi un momento, che dopo il viaggio fa anche bene. Vai in albergo, ti cambi (a Cuba si suda parecchio), esci in strada e cominci a vedere che però, effettivamente, le ragazze ti guardano. Se sei solo ti guardano ancora di più, e guardano se le guardi. Se non le guardi, va tutto bene: tirano diritto e non succede niente. Ma se per caso vieni da un altro sud e ti capita di non controllare lo sguardo e ricambiare unocchiata, sei fregato. Loro si avvicinano, sorridono e ti offrono compagnia. Oppure te lo dicono chiaramente: per dieci dollari ti faccio un pompino.
Ora io non so se a qualcuno di voi è mai successo di sentirsi offrire un pompino per dieci dollari - o più, o meno -, ma la cosa fa comunque un certo effetto. Non sai bene come devi regolarti, né cosa rispondere. Essendo appena arrivato non sai nemmeno se il prezzo è giusto o meno. Allora, siccome sei una persona colta te la cavi citando Bartleby lo Scrivano, sperando che lei labbia letto magari nella traduzione di Gianni Celati: avrei preferenza di no.
Il cento per cento delle volte però lei non ha letto la traduzione di Celati, e nemmeno laltra, per cui pensa che tu sia scemo a essere italiano e a camminare per lAvana tutto solo, se non ti interessa nemmeno un misero pompino da dieci dollari.
E te lo dice anche, questo suo pensiero.
(Parte prima di due)