"Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare,
che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare,
che io possa avere soprattutto lintelligenza di saperle distinguere.
"
(Tommaso Moro)
Nel fondo dellabisso di violenza che separa israeliani e palestinesi si trova una perversione comune.
Hamas manda i suoi patetici razzi sapendo che la reazione violenta di Israele colpirà vittime innocenti, adoperando di fatto la popolazione palestinese come scudo umano. Se ne ricava un circolo vizioso in cui ogni bambino morto giustifica il lancio di un nuovo missile verso Israele, che provocherà un nuovo bambino morto. E così via.
Dallaltra parte lo stesso: ogni razzo palestinese è il pretesto per una reazione abnorme, che a sua volta serve a polarizzare il consenso attorno al governo Netanyahu, come sempre succede ovunque quando la madrepatria si trova sotto attacco.
Di fatto Hamas e il governo israeliano di ultradestra si reggono cinicamente il gioco a vicenda. Dietro la facciata dellodio reciproco, nessuno dei due potrebbe esistere senza il pretesto dellaltro.
Anzi: forse funziona come in quel racconto di Borges intitolato I teologi.
Uno, Aureliano, è linquisitore ultraortodosso. Laltro, Giovanni di Pannonia, è leretico. Ma muoiono entrambi alla stessa maniera.
E soprattutto: quando arrivano al suo cospetto, Dio non riesce a distinguere luno dallaltro.