"Ci conosciamo abbastanza: diamoci del lei"
(Leonardo Sciascia)
Ho dovuto aspettare i giornali dellindomani per sapere di cosa hanno parlato Santoro e Berlusconi nel loro match.
Eppure ero davanti al televisore.
Solo che mi distraevo in continuazione. In particolare, la mia attenzione era calamitata dai primi piani dellanziano leader.
Lincarnato, che pareva truccato da un tassidermista.
Le colossali orecchie.
Gli occhietti porcigni.
Soprattutto i capelli, dei quali anche nei primissimi piani non si riesce a cogliere lessenza. Non sono veri e nemmeno sono disegnati come sostiene qualcuno, a somiglianza di quelli degli omini del calciobalilla. Forse sono un ologramma che gli proiettano sul cranio. Non si capisce.
Insomma: i dettagli mi ipnotizzavano e in essi mi perdevo, smarrendo il senso delle parole e dei contenuti.
Una cosa però mi pare di averla capita. Lerrore non sta nella conduzione dellintervista. Sta nellaverlo invitato. Nel considerarlo un interlocutore politico, quando invece ormai palesemente Berlusconi è un pupazzo animato. Non proprio finto, tipo Provolino o Rockfeller, per chi se li ricorda. Piuttosto come Mago Zurlì, Sbirulino, Tonio Cartonio o Scaramacai.
Si capisce che dietro la maschera e il travestimento cè una persona: ma a chi verrebbe in mente di mettersi a discutere di politica con Scaramacai?