"Quelli che la pensano come noi, appunto, sono quelli che non la pensano come noi"
(Leonardo Sciascia)
(Ancora un brano dal nuovo libro "Il primo amore non si scorda mai, anche volendo", ed. Mondadori)
È più o meno allepoca della scoperta degli skilift che appare anche Patrizia Vizzini.
Le ragazze si chiamano tutte Patrizia. Oppure: Loredana. Dopo, basta. Nessuna bambina si è più chiamata né Patrizia né Loredana. Neppure una. Per riavere una Patrizia o una Loredana bisognerà aspettare che le figlie di quelle Patrizie e Loredane facciano a loro volta delle figlie e che decidano di chiamarle Patrizia o Loredana in segno di omaggio alla nonna. Ma non è sicuro, perché chi è che chiama più le figlie con i nomi delle nonne?
Questa che dici tu si chiama appunto Patrizia: Patrizia Vizzini. Risulta perfetta per un innamoramento adolescenziale perché è molto sportiva, abbastanza da non apparire traumatica nella precaria età maschile in cui da un giorno allaltro le bambine sono prima repellenti e poi improvvisamente indispensabili. È per questo che Patrizia Vizzini rappresenta loggetto del desiderio di tutti i tredici-sedicenni che vanno a zappare la neve di Piano Battaglia. Oltre a essere sportiva ai limiti del mascolino, Patrizia Vizzini è grandiosa e allegra e scafata sugli sci come in tutti generi sportivi in cui si cimenta. Non hai elementi per dirlo con certezza, ma escluderesti che Patrizia Vizzini abbia avuto per imparare larte di prendere lo skilift tutti i problemi che invece hai incontrato tu. Sai solo che a mettere quel disco fra le gambe e a farti tirare hai imparato a poco a poco, cadendo e salendo, cadendo e salendo. Più cadendo che salendo.
Ogni volta che cadi dallo skilift, Patrizia Vizzini è lì, subito dietro di te. Ti vede ingombrare il sentiero di risalita creando uno shangai inestricabile di braccia, gambe, sci e bastoncini, e per te è un colpo al cuore. Lei sorride spietata e tu muori di vergogna. O forse non è spietatezza, ma solo allegria, lingrediente dei suoi gran sorrisi. In ogni caso, il risultato non cambia, ed è che ti ritrovi inzuppato di neve e con lEgo ridotto ai minimi termini.
Per di più Patrizia Vizzini scia con i jeans, a significare che lei non cade mai, e questo particolare contribuisce a collocarla su un piano iperumano, corroborato dal fatto che appresso a lei già sbavano diversi diciassettenni, gente grande che sa sciare benissimo e prendere uno skilift senza difficoltà.
Per amor proprio decidi allora di accettare delle lezioni tenute dal maestro Cicero, che è la versione sportiva di Madre Teresa di Calcutta, per come affronta e cerca di risolvere i casi più disperati di negazione sciistica. Il maestro Cicero si impegna allo spasimo, riuscendo a portarti dallo Spazzaneve al Cristiania, uno stile dal quale sarà impossibile schiodarti anche negli anni a venire. Troppo poco per poter competere con Patrizia Vizzini e la sua corte di quasi maggiorenni, che ai tuoi occhi continueranno ad appartenere a una categoria umana inarrivabile(...)