DIO-CE-NE-SCAMPI

Rileggo il post di ieri e temo di aver dato un’impressione fuorviante. Giuro: non sono di quelli che dicono “Abraham” per far capire che sono grandi amici di Yehoshua.
Con Yehoshua ci sono stati solo un paio di contatti e nulla più.
Però una volta siamo stati a pranzo assieme, quando lo scrittore israeliano venne a Palermo per ritirare un premio sponsorizzato dal Comune.
Era estate, il sindaco era in viaggio, l’assessore alla cultura non poteva venire, gli altri assessori nemmeno. Alla fine per consegnare il premio ad Abraham Yehoshua fu costretto a venire il capo dell’ufficio stampa del Comune. E speriamo che il grande scrittore non si sia reso conto della snobberia.
Poi siamo andati a cena e a tavola ho avuto l’onore di essere piazzato proprio accanto a lui, visto che potevamo fare conversazione in francese.
Era una di quelle cene in cui il menù è ricchissimo ma fisso. E soprattutto: interamente a base di frutti di mare.
Il fatto è che gli ebrei non mangiano frutti di mare. Per tutta la durata del pasto, Yehoshua non ha toccato cibo. Guardava i meravigliosi scampi e gamberi nel mio piatto con la stessa espressione schifata con cui io avrei guardato un’insalata di cavallette.
E a pensarci bene, a parte i tabù alimentari legati alla religione: chi ha stabilito che gli scampi sono prelibati e invece le cavallette fanno schifo?



Roberto Alajmo | 29/03/2013 | Letto [2688] volte

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