"Ci conosciamo abbastanza: diamoci del lei"
(Leonardo Sciascia)
A questo punto non serve, ma tanto vale ammetterlo: ho fatto una cazzata a votare Partito Democratico.
Corradino Mineo, il mio senatore, si è comportato più che bene, però nel suo complesso il Pd ha tradito a tempo di record ogni promessa preelettorale, alleandosi con i gaglioffi per fare un governo che, a forza di veti incrociati, non potrà mai fare quel che andava fatto: da una legge sul conflitto di interessi a un sistema elettorale meno indecente.
Ma potendo tornare indietro che potrei fare? Ingroia? Voto vanificato già a fine spoglio. Grillo? Ha ibernato i suoi consensi rifiutando ogni ipotesi di meno peggio, ottenendo in cambio un pagherò a scadenza due anni, moooolto difficile da incassare. Vendola? Massimo di coerenza, minimo di rilevanza.
Spossatezza e sconforto si sono impadroniti del mio cuor di elettore progressista.
Quel che hanno combinato potevano combinarlo allindomani del voto. Anzi: pure prima.
Delle due luna: o è inutile che io vada a votare, o è inutile votare in assoluto.