TENIAMOCI-DA-PARTE-UN-PO'-DI-INDIGNAZIONE,-PER-FAVORE

In un solo giorno, due pentimenti a reti unificate.
Prima il calciatore Miccoli, in lacrime, che chiede scusa per le minchiate che gli sono uscite di bocca, confermando di essere molto più cretino che mafioso.
Poi Sergio De Gregorio, l’uomo che fece cadere Prodi e che adesso chiede di patteggiare una condanna per aver venduto se stesso e il voto dei suoi elettori. Ammette la sua colpa senza lacrime, con una freddezza che lascia spiazzati.
Le invettive facebookiane nei confronti di entrambi rimangono in bilico, e poi decidono di non fermarsi: tanto indignarsi è gratis.
Invece l’ammissione di colpa merita rispetto, anche se resta sempre il dubbio di un calcolo a monte.
Io credo che bisognerebbe tenere da parte l’indignazione per il corruttore, una volta che il corrotto ha alzato le mani. Non solo perché sfondare porte aperte non vale la pena. Ma anche perché, a concentrarsi sugli obiettivi facili, si rischia di perdere di vista il fatto che dietro ogni anima in vendita, c’è sempre un compratore. Tralasciamo i singoli peccatori - a patto che si levino di torno.
E prendiamocela col diavolo in persona, se siamo capaci.



Roberto Alajmo | 29/06/2013 | Letto [2356] volte

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