CAPIRE-KAPOOR

Non posso essere sicuro che le opere di Anish Kapoor sfideranno il tempo, e lui sarà ricordato come il Michelangelo della nostra epoca.
Però una sua mostra si visita con sollievo. Perché Kapoor ha di sicuro il merito di aver smantellato un paio di luoghi comuni fra i più nefasti legati all’arte contemporanea.
Il primo riguarda il commento più frequente del fruitore profano almeno da Picasso in poi: “questo lo sapevo fare pure io”. No: questo non lo può fare chiunque. Ci vuole esperienza e conoscenza dei materiali, per realizzare opere come quelle che realizza Kapoor. Smettiamola di credere che il genio si possa ricondurre alla stravaganza incompetente.
Il secondo luogo comune smentito riguarda invece la riproducibilità delle opere d’arte. Se qualcuno pensa di potersi fare un’idea dei lavori di Kapoor cercando su Google Immagini, se lo può scordare. Bisogna trovarsi davanti a un suo buco nel muro per capire la vertigine ipnotica che crea grazie a un uso enigmatico di una tecnica altrimenti banale come il trompe l’oeil.
Questo è anche il motivo per cui non c’è nessuna illustrazione in calce a questo post. Bisogna uscire di casa, andare nei musei e nelle piazze, alzare la testa e aprire gli occhi, per provare a capire un’opera di Kapoor.


Roberto Alajmo | 14/10/2013 | Letto [2169] volte

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