"Quand s'eri giuin spustavi i mudand per truà i ciapp, adess che sunt vecc, sposti i ciapp per truà i mudand"
(Proverbio lombardo)
A vent'anni capita di entusiasmarsi per un Amleto recitato dall'allora enfant prodige del teatro italiano.
Da lui ci si aspetta che affronti il monologo più celebre, evitando gli stereotipi.
Il Grande Attore arriva in scena senza teschio, informale, e pronunzia la prima parola che tutti si aspettano:
- Essere...
E si ferma per una pausa lunga, tenendo il pubblico appeso alle sue labbra. Tanto lunga la pausa che una spettatrice, dalla sala si lascia scappare sottovoce:
- ...O non essere.
Lui esce dalla parte, e furibondo si rivolge all'indiscreta:
- Signora, vuole venire lei qui a recitarla?
Applausone del pubblico.
A vent'anni capita di entusiasmarsi per un Amleto recitato dall'allora enfant prodige del teatro italiano, al punto da tornare a vedere lo spettacolo una seconda volta.
Stessa scena.
- Essere...
Pausa ancora più lunga, fin quando dal loggione, flebilissimo, arriva un inevitabile:
- ...O non essere.
Il Grande Attore rifà la scena dell'indignazione strappando un altro enorme applauso.
Poi mi sono informato: lo faceva ogni sera.