"Dunque, madre: che cè?"
(William Shakespeare, Amleto)
Bisognerebbe stilare un Piccolo Repertorio delle Gioie Irrecuperabili.
Quel genere di piaceri che non siamo in grado di cogliere sul momento, e che mettiamo a fuoco solo qualche tempo dopo, quando ormai sono impossibili da riprodurre.
La felicità in differita, praticamente.
Gioie che avevamo in pugno e abbiamo lasciato andare, se non gettato via, come succede con i campioncini di profumo offerti in distribuzione gratuita.
Prendere in braccio il proprio figlio.
Abbracciare un genitore.
Leggere senza occhiali.
Mangiare frittura la sera.
Far l'amore con una persona con cui l'avevamo fatto tante volte, tanto che pensavamo di non volerlo fare più - e invece no.
Cose così.
E' il famoso treno della felicità: quello che incrociamo di corsa, e viaggia sempre in direzione contraria alla nostra.