"Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare,
che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare,
che io possa avere soprattutto lintelligenza di saperle distinguere.
"
(Tommaso Moro)
Gią il fatto di trovarsi davanti al mare suscita pensieri grandiosi, che si sforzano di uguagliarne la densitą, se non addirittura la profonditą.
Come pure il fuoco, anche il piccolo fuoco di un camino, l'elemento acqua attrae e ipnotizza per la sua immobile mobilitą. Ogni mare č variante di se stesso. Mai uguale, eppure perenne. In un certo senso somiglia all'essenza delle creature umane: variabile e coerente al tempo stesso.
Osservato ipnoticamente, come certe forme di meditazione, il mare diventa astrazione.
E' confine e confina con l'infinito.
La ricerca di Giuliana Davani consiste nell'indagare questo paradosso insanabile e cercare instancabilmente di scioglierlo, pur sapendo che scioglierlo sarą impossibile.
Ma il senso dell'esistenza č proprio questo: mai smettere di cercare la linea su cui passa il confine con l'infinito.
(Per la mostra di Giuliana Davani, all'Orto Botanico di Palermo)