"Non tutti lo sono, non tutti ci sono"
(Anonimo, allingresso del manicomio di Agrigento)
L'ultima frontiera del populismo sono le ferie degli altri.
Con lo stesso livore con cui si pubblicano gli stipendi di politici e boiardi di Stato senza distinguere nulla da nulla e nessuno da nessuno, ecco che a finire nel tritacarne sono le ferie dei potenti. Adesso, col sindaco di Roma in veste di imputato, si fa il processo alle vacanze.
A Marino, e al suo assessore Sabella, si rimprovera di non aver sentito il bisogno di rientrare nella capitale di fronte allo scalpore suscitato dal funerale di Casamonica. E quando qualcuno scende nella piazza mediatica a gridare "vergogna", subito altre mille voci si uniscono acriticamente a gridare pappagallescamente: "vergogna", aggiungendo punti esclamativi ad libitum.
Ora, non č che Roma in questo periodo sia al massimo della forma, ma a Marino cosa si rimprovera, esattamente? Di essersi preso quindici giorni di ferie ad agosto, essendo partito alla vigilia del 15.
Non mi pare il peggiore degli scandali italiani.
Ma pazienza: la demagogia č diventato il riflesso condizionato nazionale, e far ragionare i cervelli all'ammasso č tempo perso.