AL-LUPO/AL-LUPO

La vicenda Travaglio-Schifani-Rai è transitata e scomparsa dalle pagine dei giornali senza per questo smettere di appestare l’aria che tira. Personalmente, sono arrivato alla conclusione che si tratta di uno di quei rari casi in cui hanno tutti torto. Purtroppo ormai, nella logica dei contrapposti schieramenti è difficile riuscire a far capire non solo la ragione degli altri, ma anche i torti di ciascuno. In ordine sparso: ha torto Travaglio, perché a forza di gridare “al lupo, al lupo” nessuno fa più caso ai lupi che si trovano in circolazione. Ha torto Fazio, perché sul momento, piuttosto che minimizzare doveva piuttosto confutare: “si riferisce a quella vicenda di trent’anni fa, quando…?”. E fin qui siamo a una piccola bega giornalistica. Molto peggio mi pare l’intervento censorio successivo. La posizione della Rai è stata: mai più critiche senza contraddittorio. Il che equivale a decretare che senza la presenza in studio del presidente del senato non si potrà mai più criticare Schifani. E senza la presenza di Benedetto XVI, l’operato del papa diventerà indiscutibile. Su questo persino la Finocchiaro, a nome dell’opposizione, ha offerto il suo indignato consenso. Il risultato è che d’ora in poi, con l’avallo dell’intero arco costituzionale, persino il minimo dubbio sull’operato delle istituzioni sarà bandito dal teleschermo. Io sommessamente ricordo che quando mi hanno insegnato questo mestiere erano i giornalisti che prima di una intervista si documentavano e si facevano garanti del contraddittorio. Il fatto che poi la categoria sia ormai formata esclusivamente da asini e servi, è un altro discorso… (Da oggi questa pagina sarà illustrata da un acrilico su tela di Gianni Allegra. Questo è "Madonna del sospetto")



Roberto Alajmo | 19/05/2008 | Letto [2077] volte

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