La-terapia-dell'idraulico-CAP.-I

La luce sottile e morbida che passa dalle feritoie di una persiana illumina il quadro sopra il capezzale. Nel dipinto è rappresentato un Cristo sorridente e ironico che dalla croce offre un bicchiere a un derelitto che sembra un povero cristo. Nella penombra, sprofondata in un sogno, Nora, con la bocca socchiusa, una mano sull'addome e l'altra sotto il cuscino. Sogna rumori di traffico che rompono lo strano silenzio della città. C'è pure una donna che si avvicina ad un ragazzo che è poggiato, spalle e piede, ad un muro scorticato zeppo di scritte oscene, e legge un giornale capovolto. Lei lo provoca quasi sfiorandolo ma con esito nullo. Allora si spoglia di tutto e lascia solo il reggiseno ma slacciato. Lui si occupa solo della lettura del giornale rovesciato. Sullo sfondo una selva di edifici dall'aspetto poco realistico: sono palazzi sghembi, disegnati e colorati. Lei lascia cadere il reggiseno e accenna ad un passo di danza: disegna con le braccia levate una "O" e fa avanti e indietro col ventre come volesse urlare al maschio distratto di guardarla, almeno guardarla. I palazzi finti cominciano ad afflosciarsi e a cadere come budini liquefatti. Lui distoglie per un attimo gli occhi dal giornale, guarda distrattamente il crollo della città finta, quindi riprende la lettura capovolgendo il giornale nel senso "giusto". Nora russa appena e dolcemente. La sveglia non è stridula, ma basta perché l'ex dormiente si alteri, con grazia. Porta alle labbra asciutte un bicchiere d'acqua: che schifo, pare dica con quella smorfia un po' femminile e un po' da maschio navigato. Maramaus



Daniela Vaccaro | 20/07/2008 | Letto [1319] volte

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