IL-TEMPO-ISCHEMICO

Non so da voi, ma dove sono io Comune e Regione si sono incasinati all’istante, quando si è trattato di erogare gli aiuti a famiglie e imprese in difficoltà. Raccomandazioni di rimanere a casa moltissime, e stringentissime, e strillatissime. Per quel che riguarda attivamente loro, invece: procedure farraginose, centralini che non rispondono, siti internet che si impallano. E soldi che rimangono una funzione astratta.
Il governo, le regioni, i comuni possono decretare anche mille miliardi di miliardi di aiuti, ma non serviranno a niente se un istante dopo la conferenza stampa la procedura è strozzata.
Ecco che vengono al pettine i nodi del Sistema Italia, dove da cinquant’anni assunzioni e carriere nel settore pubblico si sono fatte sulla base di servilismo e incapacità, incapacità e servilismo. Dove da tempo il problema non è nemmeno più la corruzione, ampiamente soverchiata dall’inettitudine. Magari, in cambio di un tot di corruzione si potesse avere un minimo di efficienza.
La burocrazia già faceva danni in tempi normali, in tempi eccezionali sta facendo danni eccezionali. Né all’orizzonte si intravede un colpo d’ala, un’idea, una felice forzatura che possa sbloccare l’anchilosi nazionale.
È un tempo ischemico, quello che stiamo vivendo. Un tempo che si protrae. Con tutto l’ottimismo possibile: quando l’ossigeno al cervello manca per troppo tempo, i danni cerebrali rischiano di essere irreversibili.



Roberto Alajmo | 11/04/2020 | Letto [1290] volte

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