"Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare,
che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare,
che io possa avere soprattutto lintelligenza di saperle distinguere.
"
(Tommaso Moro)
Da bambino (intorno ai cinque anni) non potevo che essere interista: SartiBurnignFacchettiBedin GuarneriPicchiJairMazzolaPeiròSuarezCorso... Ma un giorno capitò una cosa molto strana. Andai con mio padre da Campione, un negozietto di articoli sportivi al corso Olivuzza, e volevo assollutamente la maglietta nerazzura: ma purtroppo era esaurita. E non sarebbe giunta se non dopo un paio di mesi!!!! Ero disperato: immaginate un bimbetto che finalmente può indossare un sogno e invece torna a casa sull'orlo del suicidio. Apro l'album Panini. E incappo nel Milan: anzi incappo in un giocatore che già stuzzicava la mi fantasia: Gianni Rivera. Portava il mio nome e io volevo essere come lui anche se di profonda simpatia interista. Allora mi concentro sul Milan, anzi vengo rapito da Rivera e decido su due piedi di andare a farmi comprare la maglietta del Milan (disponibile, lo sapevo già). Ma un senso di colpa mi attanaglia e anziché far applicare il numero dieci faccio mettere il numero di osato, il 5... In fondo però speravo di emulare Rivera: insomma un contorcimento niente male. Diventai milanista, anzi diventai riverista. E cominciai già a cinque anni a conoscere il sapore amarissimo delle sconfitte: i derby negli anni sessanta li vinse tutti Herrera. Ma non feci mai una piega. Poi, nel 73 andai allo stadio: fu l'unica volta. A vedere Rivera che calciava il rigore con cui sconfiggeva il Palermo. Rivera qualche mese dopo mise le scarpette al chiodo e io mi ritirai dal Milan e dal tifo calcistico. Berlusconi non c'era ma se ci fosse stato, io avrei mandato affanculo pure Rivera. Maramaus (Siccome il blog è di Roberto e io sono a corto di immagini, la scelta della foto a corredo del post di Maramaus mi è sembrata d'obbligo)