CIO'-CHE-ACCOMUNA-GATTI-E-CAPI-INDIANI

Dal diario di bordo di Adriatica, 7 settembre. Golfo di Squillace. All’alba. A star male, praticamente da quando è salito a bordo, è soprattutto Matteo, lo sceneggiatore, che si è ritirato in cabina come si dice facciano gatti e capi indiani quando sentono che è arrivato il momento di morire, perché la propria agonia non diventi uno spettacolo pubblico. Morire in disparte è tutto ciò che si chiede quando il mal di mare ti prende. Anche perché la nausea e il vomito fanno parte di quel genere di infermità che provocano spesso un discreto buonumore in chi le osserva dall’esterno. La cecità suscita commiserazione, la sordità invece, non si capisce perché, ironia. Il mal di mare pure: sebbene l’equipaggio di Adriatica sia troppo civile per lasciar trasparire anche la semplice commiserazione. (Si ringrazia la rivista Giudizio Universale)



Roberto Alajmo | 03/10/2008 | Letto [3322] volte

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