EDIVERSISMO

…Poi, quando il tuo interlocutore è con le spalle al muro, alza le mani e fa: Che c’entra? Nel mio caso/ in questo caso è diverso. Siamo di fronte a una specie di riflesso condizionato nazionale, che si può chiamare èdiversismo. Confratello dell’analogo benaltrismo, l’èdiversismo si connota specificamente come un alibi da usare erga omnes a proprio discarico. Una specie di quinto emendamento, che esonera il soggetto da qualsiasi obbligo di coerenza. Per collaudarne la portata tocca sperimentare determinate situazioni. A chi si indigna per il parcheggio in doppia fila, bisogna additare la sua macchina che blocca la circolazione. Risulterà che lui e solo lui ha seri motivi per lasciarla in mezzo alla carreggiata. Per lui è diverso. È diverso anche per l’evasore fiscale che stigmatizza l’evasione fiscale. Per l’amante traditore che rinfaccia i tradimenti del partner. Che c’entra? Nel suo caso è diverso. È un riflesso del cattolicesimo, che tende a escludere ogni responsabilità etica, e fa del perdono una merce oggetto di contrattazione personale. Si può peccare, tanto poi c’è la confessione. Non per niente l’espressione politica più evidente dell’èdiversismo si può identificare nella Lega Nord, che si è sviluppata come un’escrescenza nelle zone a tasso di cattolicesimo più alto del paese. Gridano: Roma Ladrona, e intanto rubano. Riescono ad essere governativi e allo stesso tempo antigovernativi, italiani e anti-italiani. Ogni coerenza è facoltativa. Per forza: nel loro caso è diverso. (Grazie a Daniela Vaccaro per aver coniato il termine) (Foto www.giulioriotta.com)



Roberto Alajmo | 07/12/2008 | Letto [2185] volte

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