"La felicità non si trova, la si incontra. Viaggia sempre in direzione opposta."
(Isabelle Eberhardt)
Si fa presto a dire regime. Io stesso sento la parola e ho un soprassalto, penso: "Sì, viviamo in un regime". Però poi ascolto alla radio di regime qualche voce che si permette di prendere per il culo il presidente del consiglio, e allora mi sono fatto l'idea che forse questo non è un regime come quelli che eravamo abituati a conoscere. O forse ancora non è un regime, ma le prove tecniche di una dittatura moderna, democraticamente supportata dal consenso della popolazione. La crisi, in questo senso, è un ottimo lubrificante: in cambo di un tutto teorico mantenimento del tenore di vita le persone sembrano disposte a cedere quote sempre maggiori di libertà e diritti. Ogni tanto un rilancio della maggioranza contribuisce a spostare il confine un po' più in là. Ma ad abbassare le difese immunitarie del paese sono anche quelli che gridano al regime come un semplice riflesso condizionato. (La vignetta è di Gianni Allegra)