"Non tutti lo sono, non tutti ci sono"
(Anonimo, allingresso del manicomio di Agrigento)
Ecco cosa ho scoperto da poco! L'uomo (inteso come essere umano, anche se forse nel maschio la cosa è più sviluppata) ha bisogno di un nemico. Non necessariamente qualcuno contro cui combattere, ma con cui confrontarsi, da superare, qualcuno nei confronti del quale sentirsi superiore, migliore. In quest'ottica si può leggere la "rivalità" tra Nord e Sud, Palermo e Catania, tra Cinisi e Terrasini, tra interisti e milanisti. Ed in quest'ottica si può leggere anche il lampedusano, che purtroppo non ha nemici vicini, visibili, identificabili. Per cui la naturale rivalità si instaura tra abitanti: i nativi e gli "stranieri" (che possono vivere qui trent'anni, sempre stranieri sono!), i residenti ed i turisti (anche se sono l'unica fonte di sopravvivenza), lampedusani e linosani. Ma all'inizio dell'anno c'è stato il miracolo: ecco piombare dall'alto un nemico comune, potente, prepotente e per di più del nord! Il nemico era Maroni! Ed ecco l'intera cittadinanza scendere in piazza, abbracciare i migranti chiusi nel centro, aiutare i fuggitivi, riappropriarsi con orgoglio dell'isola e della propria identità. Mi sono messa a riflettere su questa circostanza ed ho capito che se un nemico comune rende l'uomo solidale, aspetto con ansia l'attacco dei marziani. Solo così capiremo davvero cosa vuol dire essere tutti uguali. Paola