"Quand s'eri giuin spustavi i mudand per truà i ciapp, adess che sunt vecc, sposti i ciapp per truà i mudand"
(Proverbio lombardo)
Me lhanno raccontata così. A Mondello una coppia di anziani coniugi dividono la casa e lamore nei confronti di un criceto bianco. Lo amano, lo coccolano come un figlio. Gli hanno persino messo al collo un nastro con tanto di fiocchetto rosa. Un giorno nella casa accanto vengono ad abitare due giovani con cane. I rapporti vicinato sono cordiali, ma non così quelli fra cane e criceto. Un paio di episodi risolti in extremis lasciano pensare che linferriata divisoria fra le due ville sia insufficiente. I vecchi coniugi si lamentano e la giovane coppia chiede ripetutamente scusa per laggressività del cane. Poi un giorno lanziana coppia parte per un breve viaggio. Lindomani il cane si presenta col criceto fra le fauci. Panico. Che fare? I due giovani, dilaniati dai sensi di colpa, convincono lanimale ad aprire la bocca e rilasciare il corpicino. Lei si chiude in bagno e cerca cosmeticamente di limitare i segni di maltrattamento. Rimette il fiocco ormai malandato e consegna al compagno la confezione funeraria del criceto. Sta a lui scavalcare e andare a rimettere lanimale nella gabbietta, nella speranza che la sua possa sembrare una morte naturale. Lindomani mattina, davanti la casa dei due anziani coniugi cè un ambulanza coi lampeggianti accesi. Breve interlocuzione col marito affranto, ed è successo questo: il giorno prima era morto il loro amatissimo criceto. Loro gli avevano scavato una tombetta e fatto un funeralino. Dopodiché erano partiti per cercare di distrarsi dal dolore. Al loro ritorno miracolo! il criceto, benché cadavere, era tornato nella sua gabbietta. E il cuore dellanziana donna non aveva retto.