"Se uno ha un martello, ogni cosa gli sembra un chiodo"
(Abrham Maslow)
Parlo con due ragazze. Hanno meno di trentanni e sono finite in un cul de sac.
Per due mesi hanno frequentato un corso di formazione nel settore dei beni culturali. Un corso che doveva essere addirittura remunerato: poco, ma remunerato. Coi tempi che corrono pareva oro colato.
Pareva, perché improvvisamente il corso è stato stoppato dalla Regione. A quanto pare una settantina di giovani come loro hanno semplicemente perso tempo, e ora sbattono la testa contro un muro di gomma per capire con chi prendersela. Con la Regione che ha sospeso il corso o con chi lorganizzava, che forse non aveva le carte in regola per cominciarlo? Coi loro genitori che li invitano a rispettare i tempi della gavetta? Con la società in generale, che li tiene in eterno sulla soglia senza mai lasciarli entrare nel mondo del lavoro?
Manco il colpevole risulta chiaro, e in questo contesto si sviluppano malumori mefitici, che si alimentano di se stessi, senza mai trovare uno sfogo preciso. Il rancore di questi giovani viene convogliato verso un qualunquismo post-politico in cui tutti i gatti sono grigi, e le vere responsabilità sfumano nel nulla.
Quando questa pentola a pressione scoppierà, non ci saranno posti sicuri dove andarsi a riparare.