OGNI-MAMMA-E'-BELLA-ALLO-SCARRAFONE-SUO

(Oggi sull'Unità)
È entrato in circolo un po’ troppo entusiasmo riguardo alla crepa che si è aperta fra Pdl e resto del mondo. Troppe aspettative. E anche aspettative fuorvianti. Il direttore dell’Avvenire, che pure adopera il termine “laicista” come l’adopera, nel contesto appare come una specie di Che Guevara, un eroe non solo da difendere, come è giusto, ma persino da adottare come modello. Allo stesso modo, Fini pare diventato l’erede naturale di Antonio Gramsci, il paladino della separazione delle carriere fra Stato e Chiesa, l’unico in grado di pronunciare la frase “Date a Cesare quel che è di Cesare” senza che la voce gli tremi.
Si può capire: in perdurante assenza di segnali da parte dell’opposizione, l’immaginario di sinistra si aggrappa alle icone che riesce a trovare. È una variante politica dell’Effetto Imprinting messo a fuoco da Konrad Lorenz. Si verifica quando un cucciolo di elettore riceve cure e affetto da una figura diversa dalla madre biologica. E a questa figura finisce per affezionarsi come e più di una vera madre, anche se nemmeno appartiene alla stessa specie. L’effetto buffo di Lorenz seguito dai “suoi” anatroccoli è sotto gli occhi di tutti, nelle varianti già citate: Boffo, Fini, e domani chissà.
Allo stesso modo, l’anatroccolo di sinistra, appena uscito dal guscio, si guarda attorno e non trova altro che un semestrale dibattito precongressuale. Un dibattito in cui ogni parola viene pronunciata per uso interno, oppure detta a nuora affinché suocera intenda. Che gli resta da fare, povero anatroccolo? Si lega alla figura che gli sembra più affettuosa.
Per cui, a questo proposito: è possibile magari accelerare le pratiche e anticipare le date del congresso del Pd? Non per altro: per non abituarsi troppo ad avere una madre biologicamente diversa. Il distacco, più tempo passa, più difficile diventa.



Roberto Alajmo | 14/09/2009 | Letto [1591] volte

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