ETERNITA'--RELATIVA

(Oggi su Magazine)
l’apocalisse ha preso forma di inondazione, come un beffardo contrappasso sulle stesse terre già messe in ginocchio dalla mancanza d’acqua.
Fiumi di fango e spazzatura hanno ripreso a correre sul letto di fiumare prosciugate, trasformate in discariche o strade, immaginando che la siccità sarebbe durata per sempre: e nella devastante convinzione che “per sempre” coincida con l’arco di tempo della nostra esistenza. Dopo, chi se ne frega.
Certe volte, però, “per sempre” finisce presto, e dura meno ancora della nostra aspettativa di vita. La nostra eternità provvisoria è fragilissima. Basta una pioggia autunnale per trasformare la spensieratezza in tragedia.
Ma non è nemmeno una tragedia a poter scuotere la famosa rassegnazione delle popolazioni meridionali. L’uomo che ha perso tutto siede idealmente sulla riva del fiume e aspetta che passi la piena, secondo la nota prescrizione proverbiale: calati junco. Da domani ricomincerà a costruire i suoi castelli di sabbia, e di nuovo fin dentro il fiume. Nella smemorata convinzione che durino per sempre.



Roberto Alajmo | 08/10/2009 | Letto [2001] volte

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