GRANDE-CONCORSO

(Mi serve un titolo per il nuovo libro. Mi serve un voto secco da ciascuno di voi, ristretto fra "Annacamento" e "L'arte di Annacarsi". Per darvi qualche indizio sul libro che è, quella che segue è una bozza della scheda per i librai)
Annacare/annacarsi è in dialetto siciliano un verbo insidioso, difficilmente traducibile in italiano. Quel che più si avvicina è cullare/cullarsi, che tuttavia non possiede nessuna delle sfumature comprese nell’originale. L’Arte di Annacarsi prevede il massimo del movimento col minimo dello spostamento. Ed è l’espressione che meglio rende l’idea della Sicilia di oggi e di sempre: dà l’impressione di muoversi incessantemente. Ma non si sposta mai.
Ogni viaggio in Sicilia, anche quello intrapreso in questo libro, diventa quindi una specie di danza immobile. Un viaggio nella geografia ma anche nella filosofia, nel folklore e nella gastronomia; scoprendo che fra le diverse discipline esistono i continui rimandi di una trama inestricabile. Questa trama stessa è la Sicilia.
Un viaggio nella Storia e soprattutto le tante piccole storie che all’interno della Grande Storia vengono spesso macinate. Da Garibaldi, e prima ancora Ducezio, fino ad arrivare alle trame del presente: le migrazioni, le stragi del ‘92, e la palude mafiosa che alle stragi ha fatto seguito.
Il viaggio in Sicilia, dal Settecento in poi, è diventato quasi un genere letterario a sé stante. Questo è strutturato senza vincoli di percorso che non siano puramente mentali. Più un Atlante, quindi, allestito saltando, sulla base di pure suggestioni, da un capo all’altro dell’isola più controversa che ci sia.
Un viaggio alla ricerca della bellezza, ma senza nascondere tutto il pessimo in cui capita di imbattersi nel corso di questa ricerca.
L’atto d’amore di uno scrittore che non si nasconde nessuna vergogna dell’amato oggetto. Capita di innamorarsi di una canaglia. E anche se lo sai, non puoi farci niente.



Roberto Alajmo | 11/10/2009 | Letto [2200] volte

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