"Testa che non parla è cucuzza"
(proverbio siciliano)
Sono preoccupato: è già la seconda volta consecutiva che mi trovo daccordo con la Gelmini. Prima la storia dei bidelli che devono pulire le scuole. Ma lì è la Gelmini a non essere daccordo con se stessa, visto che la disfunzione dipende dal Ministero, non dai dirigenti scolastici.
E ora lidea di vietare il burqa nelle scuole. Ci vorrebbe un trattato per spiegare perché lintegrazione in questo caso passa più da un divieto del genere che da una tolleranza generalizzata. Ma in sintesi: una comunità è formata da individui, e gli individui vanno affrancati dal condizionamento dei capi religiosi. Il burqa, così come linfibulazione, ripugna non alla Civiltà Occidentale, ma alla Civiltà in generale. E questo a prescindere dalla consapevolezza o meno di chi subisce limposizione religiosa. Del resto il divieto funziona da anni in Francia, dove quanto a tolleranza sono leggermente avanti a noi.
Appurato questo, si tratta di passare alla fase successiva, che consiste nellelementare considerazione che questo vale per tutti e tutte le religioni. A questo proposito: che ci fa limmagine di un uomo crocifisso in tutte le aule della Repubblica?