"La poesia, per favore, a consuntivo."
(Anonimo)
(Oggi sull'Unità)
La domanda è: ma come fanno tutte quelle persone a cascarci? Come si può ancora credere alla truffa variabile che a livello popolare, negli anni ottanta, andava sotto il nome di Aeroplano? Lo schema di base è semplice: cè un ideatore-coordinatore-pilota che si fa prestare dei soldi da una ristretta cerchia di amici e nel giro di pochi giorni li restituisce raddoppiati. La voce si sparge, e la cerchia di amici si allarga fino a comprendere i conoscenti. E dopo i conoscenti, gli sconosciuti. Il gioco va avanti per mesi, portando grandi guadagni al coordinatore e ai primi scommettitori, dopodiché laeroplano precipita e un certo numero di investitori ci rimette tutto. Certe volte finiscono per soccombere anche i vertici, come successe negli anni Novanta a Giovanni Sucato, il Mago dei Soldi di Villabate, e più recentemente a Bernard Madoff. Ma non sempre.
La credulità popolare è così diffusa, in Italia, che dellAeroplano è stata escogitata anche unapplicazione politica. Certo, i vertici e una certa fascia medio-alta di investitori sanno benissimo che si tratta di una truffa, ma confidano sulla gran massa del loro indirizzario. In fondo ci sono quelli che ci credono in buona fede, aspettano e sperano: i passeggeri in classe economica. Ma più interessante è la psicologia degli scommettitori di fascia intermedia, i quali non ci credono affatto. Sperano di guadagnarci fregando quelli che stanno sotto. O ancora, quelli che fingono di crederci, anche di fronte a se stessi: non avendo una percezione del loro posto in aeroplano, chiudono gli occhi e sperano di salvarsi.
A occhio e croce, laeroplano è in volo radente da qualche tempo. Si aspetta lo schianto per capire quanti saranno destinati a rimetterci la pelle. Il problema è che in democrazia sono costretti a salire a bordo anche quelli che non scommettono.