"Una vittoria non è così piacevole quantè dolorosa una sconfitta"
(Andre Agassi)
Come si fa a fronteggiare uno che ti urla in faccia? Come rispondere al tizio che dopo un incidente stradale, appena sceso dalla macchina, prima di ogni spiegazione, ti dà una testata sul naso?
Sono domande preliminari che ciascuno dovrebbe porsi prima di andare in televisione. (Anche prima di mettersi davanti al televisore, veramente. Ma lasciamo perdere).
Nei dibattiti politici televisivi per anni la pratica è stata quella: vediamo se sai urlare meglio di me, vediamo se questa testata sul naso ti fa ragionare meglio. Una specie di ordalia con ogni tanto una pausa di pubblicità.
In questa pratica ovviamente vinceva il più incivile. Una certa parte politica era quindi sempre favorita, avendo dalla sua gli urlatori e i datori di testate sul naso più forti in assoluto.
Per anni ci si è chiesto come reagire alla violenza verbale. Urlando più forte? Quelli sono più bravi, si perde. Con un sorrisino sarcastico? Idem, con laggravante di passare per supponenti.
Da qualche mese, però, in un laboratorio sperduto del centrosinistra, durante un esperimento, quasi per caso, è stata scoperto lantidoto allurlo dibattimentale: Concita De Gregorio.
Il direttore dellUnità durante la peggiore delle aggressioni si limita a rimanere impassibile e continua nel suo ragionamento. Anche di fronte agli insulti personali non perde mai la calma. Non risponde: prosegue.
Questo sistema gandiano fa letteralmente uscire pazzi gli urlatori, che si trasformano in altrettante belve con la bava alla bocca. E il pubblico se ne accorge, della schiumetta che si forma agli angoli delle labbra.
Ora Bersani svolga pure il suo lavoro in tranquillità. Compia le sue scelte e si faccia un paio di tornate elettorali coi fichi secchi che si ritrova. Lavori pure con calma e perda quel che ancora resta da perdere.
Io, la mia candidata alla guida del Centrosinistra per le elezioni successive lho già scelta.