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Piero Marrazzo ha scritto al papa per ottenere il suo perdono.
A parte il fatto che forse una lettera del genere avrebbe fatto meglio a scriverla agli elettori che avevano creduto alla sua bella faccia, ciò che sorprende non è tanto il consueto atteggiamento baciapilesco dei politici italiani di ogni estrazione.
Se avesse scritto al suo parroco, o al priore del convento dove a quanto pare si è rinchiuso nella speranza di farsi dimenticare dal mondo (!), saremmo rimasti nella media del clericalismo nazionale.
Ma no, lui scrive direttamente al Papa. Forse per passare inosservato.
In questo consiste l’accecamento del potere: nel credere di potersi rivolgere ai piani alti, per poterne ricavare una miglior qualità del perdono.
Ormai nei suoi confronti nessuno se la sente di infierire. Ma pure lui potrebbe cercare di tenere un profilo un po' più basso.
(Ilustrazione di Gianni Allegra)

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Roberto Alajmo | 27/11/2009

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