LO AMMETTO: IO SONO RAZZISTA
La scena si svolge nella sala massaggi di un hammam, a Istanbul. Quattro lettini, solito campionamento empirico dei flussi turistici: quattro clienti su quattro sono italiani. Ci sono connazionali in ogni località turistica, segno che ancora cè un po di carne da spolpare, attorno alle ossa che mostra la crisi.
Due dei quattro clienti sono amici. Hanno un paio di tatuaggi a testa e il cranio rasato come a quanto pare ormai è pratica appena si cominciano a perdere capelli. Parlano a voce molto alta, sghignazzano. Si raccontano a vicenda delle rispettive esperienze di massaggio sessuale vissute in Oriente. Si soffermano sui dettagli, incuranti delleventualità che qualcuno li ascolti e capisca. Anzi, quando si rendono conto di essere fra connazionali rincarano la dose.
Nel frattempo gli energumeni addetti al massaggio infieriscono su di loro con energia, esortandoli eufemisticamente a fare silenzio (relax!). Il sospetto viene che i massaggiatori facciano parte di una colonna omeopatica di Al Quaeda che ha deciso di sterminare gli occidentali un po alla volta, a forza di manipolazioni estreme. Di sicuro ci mettono un surplus di accanimento nei confronti dei due fanfaroni, fino a farli gemere.
È proprio vero che da un viaggio in medio oriente si torna carichi di pregiudizi a sfondo razziale.
In chiave anti-italiana, però.
(Foto di Teresa De Masi)