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E' stato il figlio


VENGONO QUI A FREGARCI LE DONNE

(Oggi sull'Unità)
Da una decina d’anni a questa parte, i francesi hanno deciso di adottare una serie di artiste italiane. Una forma di adozione con cadenza pressoché annuale. C’è dietro un po’ l’amore che hanno per l’Italia, e persino un pizzico di degnazione, visto che si tratta sempre di artiste che qui abbiamo trascurato o maltrattato. I francesi allora se le studiano un po’ e idealmente ci dicono: guardate che gente vi siete lasciati passare sotto il naso.
C’è stato l’anno di Goliarda Sapienza. L’anno di Milena Agus. L’anno di Emma Dante. (Quella che proprio ha fatto il botto è Carla Bruni, ma si tratta di un caso decisamente a parte). In definitiva, conviene andare ormai a Parigi, per sapere cosa succede di interessante in Italia.
L’ultima scoperta italiana dei francesi si chiama Maria Cassi, e fa ridere. Ridere parecchio. Sebbene ormai ci siano comici dappertutto, nessuno l’ha mai vista in televisione, e nemmeno tanto in giro per i teatri italiani. Eppure a giugno un suo spettacolo debutterà a New York con la regia di Peter Schneider. Quando è in Italia fa base a Firenze, dove assieme al marito gestisce il Teatro del Sale, un club dove ogni sera si mangia in un’atmosfera cameratesca, a livelli eccellenti e prezzi onesti. E poi, dopo mangiato, arriva lei.
Maria Cassi si spiega con difficoltà. È una specie di cartone animato, però di carne. È un mimo, ma parla. È attrice, ma canta. Artisticamente è uno strano animale, un incrocio fra Paolo Panelli, Bice Valori e Dario Fo. Pratica, almeno finora, il genere satira di costume. I francesi fanno finta di sorprendersi del fatto che in Italia ancora la conoscano in pochi. Ma la colpa è nostra: abitiamo in un paese che ormai ha preso le distanze da se stesso.

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Roberto Alajmo | 01/02/2010

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